nuova-mente

Vincent Van Gogh, Autoritratto, 1889

Talvolta noi esseri umani ci troviamo in condizioni in cui il mondo sembra crollarci addosso. In quei momenti bisognerebbe fermarsi ad osservarsi dall'esterno, dall'alto.

Gli ecclesiastici e tutti coloro che discorrono a vanvera parlano a volte della sofferenza come d'un mistero. In realtà è una rivelazione. Si scoprono cose mai prima percepite. Ci s'accosta alla soria in tutta la sua complessità, da un nuovo punto di vista. Quanto s'era oscuramente avvertito per istinto, intorno all'arte, viene ora penetrato intellettualmente ed emotivamente con perfetta chiarezza di visione, un'assoluta intensità d'intendimento.
Ora capisco come il dolore, essendo la massima emozione di cui sia capace l'uomo, sia insieme simbolo e pietra di paragone di tutta la grande Arte. L'artista va eternamente cercando un modo d'esistenza in cui corpo e anima siano un tutto unico e indivisibile: in cui l'esteriore sia espressione dell'interiore: in cui la Forma si manifesti.



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